“…un acuto dolore colse nell’animo: le bende, che le chiome
immortali cingevano, lacerava con le sue mani,
si gettava sulle spalle un cupo velo,
e si slanciò sopra la terra e il mare, come un uccello,
alla ricerca. Ma nessuno degli dei
e degli uomini mortali voleva dirle la verità…”
Inno a Demetra, Omero

La Dea Demetra eredita per via diretta gli attributi della Grande Madre primigenia: si tratta della Madre del Raccolto, la Signora delle Messi, colei che patrocina le stagioni, i raccolti abbondanti, la fecondità del terreno. Demetra rappresenta l’archetipo che racchiude l’essenza stessa della procreazione e della germinazione, l’istinto della maternità, la forza misteriosa e unica dell’utero femminile di generare vita, di accudire, di fornire nutrimento. In Demetra I gli elementi femminili e maschili confliggono e contemporaneamente si rinforzano a vicenda; in lei l’artista cerca una compresenza feconda degli opposti.                                                                                                                                                                              In tutte e due le opere la circolarità della forma, oltre a ricordare quella di un antico pane, suggerisce il movimento e l’avanzare della scultura nello spazio e nel tempo.                                                                  Le texture create dai cordami e dagli strappi lasciano apparire la sua anima vegetale, il forte richiamo ai vecchi sacchi agricoli enfatizza il suo essere Signora delle Messi e dell’Agricoltura. Il suo essere Patrona delle Stagioni è evidenziato in Demetra II da una sfera trasparente ripiena di esoscheletri di cicale posta al centro della scultura; è l’estate che è passata; segna una fine e l’avvicendarsi di un altro tempo nel continuo ciclo della Natura.                                                                                                            Demetra I e Demetra II sono rappresentate nella loro furia: la dea è stata tradita e ingannata. La disperazione che segue al rapimento di Persefone la porta a una depressione tale che l’intero mondo inaridisce. Così come genera la vita della natura, Demetra ne determina la sua morte. 

Demeter II

2013 Pelanda Macro Beefree from violence Roma 2014 50 x 71 cm Art work on canvas, padded with jute and laced with ropes. Head baked clay. Plastic ball with insects. Iron base...

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“…un acuto dolore colse nell’animo: le bende, che le chiome
immortali cingevano, lacerava con le sue mani,
si gettava sulle spalle un cupo velo,
e si slanciò sopra la terra e il mare, come un uccello,
alla ricerca. Ma nessuno degli dei
e degli uomini mortali voleva dirle la verità…”
Inno a Demetra, Omero

La Dea Demetra eredita per via diretta gli attributi della Grande Madre primigenia: si tratta della Madre del Raccolto, la Signora delle Messi, colei che patrocina le stagioni, i raccolti abbondanti, la fecondità del terreno. Demetra rappresenta l’archetipo che racchiude l’essenza stessa della procreazione e della germinazione, l’istinto della maternità, la forza misteriosa e unica dell’utero femminile di generare vita, di accudire, di fornire nutrimento. In Demetra I gli elementi femminili e maschili confliggono e contemporaneamente si rinforzano a vicenda; in lei l’artista cerca una compresenza feconda degli opposti.                                                                                                                                                                              In tutte e due le opere la circolarità della forma, oltre a ricordare quella di un antico pane, suggerisce il movimento e l’avanzare della scultura nello spazio e nel tempo.                                                                  Le texture create dai cordami e dagli strappi lasciano apparire la sua anima vegetale, il forte richiamo ai vecchi sacchi agricoli enfatizza il suo essere Signora delle Messi e dell’Agricoltura. Il suo essere Patrona delle Stagioni è evidenziato in Demetra II da una sfera trasparente ripiena di esoscheletri di cicale posta al centro della scultura; è l’estate che è passata; segna una fine e l’avvicendarsi di un altro tempo nel continuo ciclo della Natura.                                                                                                            Demetra I e Demetra II sono rappresentate nella loro furia: la dea è stata tradita e ingannata. La disperazione che segue al rapimento di Persefone la porta a una depressione tale che l’intero mondo inaridisce. Così come genera la vita della natura, Demetra ne determina la sua morte. 

Demeter I

2013 60 x 80 cm Art work on canvas, padded with jute and laced with ropes. Head, hand, arm and penis in unbaked clay. Iron base...

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Vierge

2012 140x100 cm Art work in canvas, padded with jute and laced with strings, shells and other objects....

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