La scultura tessile antropomorfa non è una novità nella produzione di Patrizia Trevisi, dove compaiono spesso figure femminili con una forte valenza archetipica che poco o nulla concedono all’estetica, concentrandosi piuttosto intorno a un forte nucleo significante ed espressivo. La bambina con la palla rossa si discosta da questa consuetudine; analogo resta il procedimento di costruzione della statua ma lei è bella, delicata, aggraziata nei movimenti.» (Giulia Ripandelli)                                 Qui l’archetipo si rappresenta nell’immagine quotidiana e familiare di una bambina con la sua palla rossa ma non c’è nessuna gioia nel gioco; il suo viso è triste e malinconico. Si legge in questo la consapevolezza del passaggio dall’infanzia all’adolescenza. La sua pelle di bambina, bianca e delicata, sapientemente cucita assemblando ritagli di stoffa e merletti, è ormai una gabbia troppo stretta e dolorosa per la sua età che, come il guscio di una crisalide, si spacca per far fuoriuscire la farfalla, si strappa lasciando trasparire la materia all’interno trasformata. La costruzione delicata e aggraziata della figura crea un corto circuito con la drammaticità delle lacerazioni, ricucite da una mano compassionevole che cerca di rimettere insieme qualcosa che si è definitivamente strappato.

Bambina con la palla rossa – La trasformazione

2019 170 cm h Statua tessile cucita con cordini - Imbottitura vegetale - Testa, mani e piedi modellati in gesso. base di legno     La scultura tessile antropomorfa non è una novità nella produzione di Patrizia Trevisi, dove compaiono spesso figure femminili con una forte valenza archetipica che poco...

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