Centaura è rappresentata in questa piccola statua tessile al galoppo, preda delle sue forze istintive e pulsionali, degli istinti primitivi ma nel rovesciare il capo verso l’alto, nell’urlo silenzioso del volto, esprime tutta la volontà di unificare e armonizzare la propria parte animalesca (libido) con la parte “superiore” del suo essere umano. Nella dicotomia tra la metà umana e la metà equina è simboleggiata la lotta tra ratio apollinea e istinto dionisiaco. Centaura rappresenta la perfetta unione tra il fisico e il mentale in quanto il centauro è un cavaliere tutt’uno con il proprio cavallo; la sua funzione simbolica è quella del recupero del rapporto tra corpo e mente, con consapevolezza.

Centaura – Processo di unificazione

2016 Tela cucita con cordini e imbottita.Terra cruda. Conchiglie. Base in ferro.  45 cm h       Centaura è rappresentata in questa piccola statua tessile al galoppo, preda delle sue forze istintive e pulsionali, degli istinti primitivi ma nel rovesciare il capo verso l’alto, nell’urlo silenzioso del volto, esprime tutta...

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La Sirena era per gli Etruschi il simbolo della grande Dea, la Madre degli Dei nel Pantheon delle divinità. Era rappresentata sui monumenti come simbolo di fertilità e potere femminili, scolpita all'ingresso delle tombe, in funzione di psicopompo, che accompagnava le anime dei defunti nell'Aldilà. Nota è la Tomba della Sirena nella necropoli di Sovana (GR), la cui protagonista è una sirena bicaudata, a richiamare la connessione con il mondo sotterraneo. Nel pensiero cristiano le sirene simboleggiavano un ammonimento ai peccati della carne, mentre, secondo altri studi, testimonierebbero il passaggio dal paganesimo al cristianesimo. In particolare il culto della fertilità dionisiaca, sopravvissuto nelle zone rurali. In quest’opera, come spesso raffigurata nella tradizione, ha le gambe pinnate divaricate, a evidenziare l’inguine femminile. La coda, aprendosi, mostra la vulva, svelando la sorgente sacra del suo potere e riconducendo la sua essenza alla funzione generativa. La sirena è un essere doppio: donna-animale, ragione-istinto e infine vita-morte.

Sirena bicaudata – La tentazione

2016 Tela cucita con cordini e imbottita.Terra cruda. Conchiglie. Base in ferro. 45 cm h       La Sirena era per gli Etruschi il simbolo della grande Dea, la Madre degli Dei nel Pantheon delle divinità. Era rappresentata sui monumenti come simbolo di fertilità e potere femminili, scolpita all'ingresso delle tombe,...

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La Dea dei serpenti è una divinità legata al culto delle forze ctonie e degli inferi. È la Grande Madre che, associata con il simbolo del serpente, assume il valore di Trasformazione, di Morte e Rinnovamento. In questa piccola scultura tessile la dea danza in maniera sinuosa; la sua sofisticata pettinatura, caratterizzata da ricci anguiformi, emana forza rigenerativa. NeI moto vorticante della danza è rappresentato il movimento perpetuo del Tempo/Chronos, che si divora e si rigenera. Il serpente diviene la Dea stessa e viceversa: condividono i poteri, le manifestazioni e i simboli ad essi legati.

La dea dei serpenti

2016 35 x 45 cm Tela cucita con cordini - Imbottitura in cotone. Terracotta - Conchiglie. Base in ferro.   La Dea dei serpenti è una divinità legata al culto delle forze ctonie e degli inferi. È la Grande Madre che, associata con il simbolo del serpente, assume il valore...

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“…un acuto dolore colse nell’animo: le bende, che le chiome immortali cingevano, lacerava con le sue mani, si gettava sulle spalle un cupo velo, e si slanciò sopra la terra e il mare, come un uccello, alla ricerca. Ma nessuno degli dei e degli uomini mortali voleva dirle la verità…” Inno a Demetra, Omero La Dea Demetra eredita per via diretta gli attributi della Grande Madre primigenia: si tratta della Madre del Raccolto, la Signora delle Messi, colei che patrocina le stagioni, i raccolti abbondanti, la fecondità del terreno. Demetra rappresenta l’archetipo che racchiude l’essenza stessa della procreazione e della germinazione, l’istinto della maternità, la forza misteriosa e unica dell’utero femminile di generare vita, di accudire, di fornire nutrimento. In Demetra I gli elementi femminili e maschili confliggono e contemporaneamente si rinforzano a vicenda; in lei l’artista cerca una compresenza feconda degli opposti.                                                                                                                                                                              In tutte e due le opere la circolarità della forma, oltre a ricordare quella di un antico pane, suggerisce il movimento e l’avanzare della scultura nello spazio e nel tempo.                                                                  Le texture create dai cordami e dagli strappi lasciano apparire la sua anima vegetale, il forte richiamo ai vecchi sacchi agricoli enfatizza il suo essere Signora delle Messi e dell’Agricoltura. Il suo essere Patrona delle Stagioni è evidenziato in Demetra II da una sfera trasparente ripiena di esoscheletri di cicale posta al centro della scultura; è l’estate che è passata; segna una fine e l’avvicendarsi di un altro tempo nel continuo ciclo della Natura.                                                                                                            Demetra I e Demetra II sono rappresentate nella loro furia: la dea è stata tradita e ingannata. La disperazione che segue al rapimento di Persefone la porta a una depressione tale che l’intero mondo inaridisce. Così come genera la vita della natura, Demetra ne determina la sua morte. 

Demetra II

2013 cm 50 x 71 Opera in tela, imbottita con juta e cucita con cordami. Testa in terra cotta. Sfera in plastica con insetti. Base in ferro     “…un acuto dolore colse nell’animo: le bende, che le chiome immortali cingevano, lacerava con le sue mani, si gettava sulle spalle un cupo velo, e si slanciò...

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“…un acuto dolore colse nell’animo: le bende, che le chiome immortali cingevano, lacerava con le sue mani, si gettava sulle spalle un cupo velo, e si slanciò sopra la terra e il mare, come un uccello, alla ricerca. Ma nessuno degli dei e degli uomini mortali voleva dirle la verità…” Inno a Demetra, Omero La Dea Demetra eredita per via diretta gli attributi della Grande Madre primigenia: si tratta della Madre del Raccolto, la Signora delle Messi, colei che patrocina le stagioni, i raccolti abbondanti, la fecondità del terreno. Demetra rappresenta l’archetipo che racchiude l’essenza stessa della procreazione e della germinazione, l’istinto della maternità, la forza misteriosa e unica dell’utero femminile di generare vita, di accudire, di fornire nutrimento. In Demetra I gli elementi femminili e maschili confliggono e contemporaneamente si rinforzano a vicenda; in lei l’artista cerca una compresenza feconda degli opposti.                                                                                                                                                                              In tutte e due le opere la circolarità della forma, oltre a ricordare quella di un antico pane, suggerisce il movimento e l’avanzare della scultura nello spazio e nel tempo.                                                                  Le texture create dai cordami e dagli strappi lasciano apparire la sua anima vegetale, il forte richiamo ai vecchi sacchi agricoli enfatizza il suo essere Signora delle Messi e dell’Agricoltura. Il suo essere Patrona delle Stagioni è evidenziato in Demetra II da una sfera trasparente ripiena di esoscheletri di cicale posta al centro della scultura; è l’estate che è passata; segna una fine e l’avvicendarsi di un altro tempo nel continuo ciclo della Natura.                                                                                                            Demetra I e Demetra II sono rappresentate nella loro furia: la dea è stata tradita e ingannata. La disperazione che segue al rapimento di Persefone la porta a una depressione tale che l’intero mondo inaridisce. Così come genera la vita della natura, Demetra ne determina la sua morte. 

Demetra I

2013 “I° Premio Caramanico” Caramanico Terme Pescara 2020 “ I° premio Roberto Zambelli” Torre Strozzi Perugia 2015 60 x 80 cm Opera in tela, imbottita in juta, cucita con cordami. Testa, braccio, mano e pene in argilla cruda. Base in ferro.   “…un acuto dolore colse nell’animo: le bende, che le chiome immortali cingevano,...

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Patrizia Trevisi - VIERGE archetipo, arte tessile, astrazione organica, culto della Madre Terra, Demetra, fiber art, Grande Madre, mito, rinascita, scultura tessile, stagioni, tecnica mista, terracotta, texture

Vierge

2012 140x100 cm Opera in tela, imbottita con juta e cucita con corde, conchiglie e oggetti vari....

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