Dedicato alle madri di tutti i figli morti in mare, in terre ostili, uccisi dall’insensatezza dell’uomo. La madre addolorata stava in lacrime presso la Croce su cui pendeva il Figlio. E il suo animo gemente, contristato e dolente una spada trafiggeva. ………………………… Chi non piangerebbe al vedere la Madre di Cristo in tanto supplizio? Chi non si rattristerebbe al contemplare la pia Madre dolente accanto al Figlio?” (testo di Jacopone da Todi tratto dallo Stabat Mater di Vivaldi)   Quest’opera nasce dall’orrore provato per la totale indifferenza, non solo per la morte di centinaia di migliaia di giovani, ma anche per la sofferenza di centinaia di migliaia di famiglie, di madri. Il dolore in quest’opera è trattato come una notizia di cronaca. E’ un racconto esploso in frammenti legati insieme dalla necessità di narrazione. Uso la stampa digitale su tela, per evidenziarne l’aspetto freddo e impersonale. Se non fosse che, l’intervento del cucire, dell’annodare, del ricamare e del tessere, lo riporta inevitabilmente a un coinvolgimento, da parte dell’astante, empatico ed emotivo. Ogni frammento è testimonianza di un vissuto, momenti di un quotidiano femminile, testimonianza di un’attesa, di centinaia di ferite inferte da una lontananza forzosa e giornalmente cucite e ricucite. Sino all’esplosione finale. La perdita del figlio, divenuto nel racconto dei mass media numero impersonale senza umanità. Dal punto di vista formale ero interessata a trovare una sinergia tra il modellato con tela e la sua riproduzione digitale. In alcuni frammenti ne ho tentato una fusione in una sorta di trompe l’oeil, dove l’uso di cuciture con corde ribatte realisticamente ciò che è stampato.

STABAT MATER – Frammenti di dolore

2020 100x150 cm Tela cucita con corde su telaio. Stampa digitale. Ready made.   “Premio Pescara Art Museo d’Arte Moderna Vittoria Colonna 2020     Dedicato alle madri di tutti i figli morti in mare, in terre ostili, uccisi dall’insensatezza dell’uomo.   La madre addolorata stava in lacrime presso la Croce su cui pendeva...

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