arazzo, archetipo, arte tessile, astrazione organica, bassorilievo, Bassorilievo tessile, culto della Madre Terra, fiber art, Grande Madre, scultura tessile, tecnica mista, texture, ready made, storie, cantastorie, narrazione, opera permanente esposta al MAAM - Museo dell'Altro e dell'Altrove di Metropoliz, dittico

Aggregazione – 333 piccole storie raccontate da giovani donne.

2014 Opera permanente esposta al MAAM - Museo dell'Altro e dell'Altrove di Metropoliz. Roma 300x175cm Dittico.   Arazzi in tela tinta imbottita con juta e cucita con corde e filo. Ready made. Conchiglie, piccoli giocattoli e oggetti raccolti al MAAM.     Questa opera creata per il Maam, è idealmente ispirata alle donne...

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Contrassegnata da netti chiaroscuri che le restituiscono una forte plasticità, Uroboros rappresenta il serpente che si mangia la coda. Divorandosi e nello stesso tempo rigenerandosi continuamente, forma un ciclo continuo di nascita, morte e rinascita. In questa scultura tessile i forti volumi delle spire si annodano in un movimento vorticante. È un moto senza fine che crea instabilità, turbolenza e provoca un vuoto. Una soglia di passaggio, un canale tra passato e futuro, alla continua ricerca di quella perduta unità con il tutto.

Uroboros – Il vortice

60x80 cm Opera in tela - imbottitura in juta - cucita con cordami. Base di ferro.   Contrassegnata da netti chiaroscuri che le restituiscono una forte plasticità, Uroboros rappresenta il serpente che si mangia la coda. Divorandosi e nello stesso tempo rigenerandosi continuamente, forma un ciclo continuo di nascita,...

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“…un acuto dolore colse nell’animo: le bende, che le chiome immortali cingevano, lacerava con le sue mani, si gettava sulle spalle un cupo velo, e si slanciò sopra la terra e il mare, come un uccello, alla ricerca. Ma nessuno degli dei e degli uomini mortali voleva dirle la verità…” Inno a Demetra, Omero La Dea Demetra eredita per via diretta gli attributi della Grande Madre primigenia: si tratta della Madre del Raccolto, la Signora delle Messi, colei che patrocina le stagioni, i raccolti abbondanti, la fecondità del terreno. Demetra rappresenta l’archetipo che racchiude l’essenza stessa della procreazione e della germinazione, l’istinto della maternità, la forza misteriosa e unica dell’utero femminile di generare vita, di accudire, di fornire nutrimento. In Demetra I gli elementi femminili e maschili confliggono e contemporaneamente si rinforzano a vicenda; in lei l’artista cerca una compresenza feconda degli opposti.                                                                                                                                                                              In tutte e due le opere la circolarità della forma, oltre a ricordare quella di un antico pane, suggerisce il movimento e l’avanzare della scultura nello spazio e nel tempo.                                                                  Le texture create dai cordami e dagli strappi lasciano apparire la sua anima vegetale, il forte richiamo ai vecchi sacchi agricoli enfatizza il suo essere Signora delle Messi e dell’Agricoltura. Il suo essere Patrona delle Stagioni è evidenziato in Demetra II da una sfera trasparente ripiena di esoscheletri di cicale posta al centro della scultura; è l’estate che è passata; segna una fine e l’avvicendarsi di un altro tempo nel continuo ciclo della Natura.                                                                                                            Demetra I e Demetra II sono rappresentate nella loro furia: la dea è stata tradita e ingannata. La disperazione che segue al rapimento di Persefone la porta a una depressione tale che l’intero mondo inaridisce. Così come genera la vita della natura, Demetra ne determina la sua morte. 

Demetra II

2013 cm 50 x 71 Opera in tela, imbottita con juta e cucita con cordami. Testa in terra cotta. Sfera in plastica con insetti. Base in ferro     “…un acuto dolore colse nell’animo: le bende, che le chiome immortali cingevano, lacerava con le sue mani, si gettava sulle spalle un cupo velo, e si slanciò...

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“…un acuto dolore colse nell’animo: le bende, che le chiome immortali cingevano, lacerava con le sue mani, si gettava sulle spalle un cupo velo, e si slanciò sopra la terra e il mare, come un uccello, alla ricerca. Ma nessuno degli dei e degli uomini mortali voleva dirle la verità…” Inno a Demetra, Omero La Dea Demetra eredita per via diretta gli attributi della Grande Madre primigenia: si tratta della Madre del Raccolto, la Signora delle Messi, colei che patrocina le stagioni, i raccolti abbondanti, la fecondità del terreno. Demetra rappresenta l’archetipo che racchiude l’essenza stessa della procreazione e della germinazione, l’istinto della maternità, la forza misteriosa e unica dell’utero femminile di generare vita, di accudire, di fornire nutrimento. In Demetra I gli elementi femminili e maschili confliggono e contemporaneamente si rinforzano a vicenda; in lei l’artista cerca una compresenza feconda degli opposti.                                                                                                                                                                              In tutte e due le opere la circolarità della forma, oltre a ricordare quella di un antico pane, suggerisce il movimento e l’avanzare della scultura nello spazio e nel tempo.                                                                  Le texture create dai cordami e dagli strappi lasciano apparire la sua anima vegetale, il forte richiamo ai vecchi sacchi agricoli enfatizza il suo essere Signora delle Messi e dell’Agricoltura. Il suo essere Patrona delle Stagioni è evidenziato in Demetra II da una sfera trasparente ripiena di esoscheletri di cicale posta al centro della scultura; è l’estate che è passata; segna una fine e l’avvicendarsi di un altro tempo nel continuo ciclo della Natura.                                                                                                            Demetra I e Demetra II sono rappresentate nella loro furia: la dea è stata tradita e ingannata. La disperazione che segue al rapimento di Persefone la porta a una depressione tale che l’intero mondo inaridisce. Così come genera la vita della natura, Demetra ne determina la sua morte. 

Demetra I

2013 “I° Premio Caramanico” Caramanico Terme Pescara 2020 “ I° premio Roberto Zambelli” Torre Strozzi Perugia 2015 60 x 80 cm Opera in tela, imbottita in juta, cucita con cordami. Testa, braccio, mano e pene in argilla cruda. Base in ferro.   “…un acuto dolore colse nell’animo: le bende, che le chiome immortali cingevano,...

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2013 180 x 60 cm Opera in tela, base scolpita in polistirolo, imbottita con juta e cotone. Cucita con cordami. occhi ,naso e bocca in argilla cruda ricoperta con tela.. Colorazione a tecnica mista. Tags archetipo, arte tessile, astrazione organica, carne, culto della Madre Terra, fiber art, Grande Madre, mito, Mixed media, organica, ready made, scultura tessile, texture

Mater Terribilis II

2013   180 x 60 cm Opera in tela, base scolpita in polistirolo, imbottita con juta e cotone. Cucita con cordami. occhi ,naso e bocca in argilla cruda ricoperta con tela.. Colorazione a tecnica mista....

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«Il termine individuazione può essere tradotto con ‘farsi sé‘» Jung                                         L’individuazione è un processo d’integrazione delle componenti della personalità, il cui completamento rappresenta il fine primario dell’esistenza di ciascuno di noi. Scopo ultimo di tale processo è quindi la piena affermazione del Sé, che avviene mediante un vero e proprio viaggio di scoperta per capire chi siamo davvero, allontanando tutte le influenze esterne che ci distanziano dalla nostra natura.                  Idolo, in forma antropomorfizzata, personifica in questo processo il conflitto, dinamico tra maschile e femminile, tra gli elementi individuali peculiari della persona e quelli sociali, tra il proprio mondo interiore e quello esterno. L’identificazione dell’Io con una ritualità concepita dall’artista quale processo volto a suturare le ferite di un Io frantumato e isolato nel quotidiano.                                                                                                                La dinamica conflittuale di questa lotta interiore e gli squilibri delle energie contrapposte si esprimono dal continuo fuoriuscire o rientrare dei volumi, dall’affiorare dalla tela di elementi femminili o maschili, dalle cuciture o dalle improvvise lacerazioni, che rendono le forme in un continuo drammatico movimento.

Idolo – Processo di individuazione: il conflitto

2013 ART MONSTERS &JAZZ 2016 Rocca Paolina Perugia Opera in tela, imbottita con juta e cucita con cordami   «Il termine individuazione può essere tradotto con ‘farsi sé‘» Jung                                         L’individuazione è un processo d’integrazione delle componenti della personalità, il cui completamento rappresenta il fine...

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La Grande Madre è una statua tessile assisa, piccolo monumento che racconta una divinità sacra e remota ma al contempo racchiude quegli aspetti che avvicinano l’Archetipo all’essere umano, collocandola in un’atmosfera sospesa, bloccata nel tempo. Nel gesto benedicente della mano destra sottolinea la sacralità e la regalità dell’immagine. È un gesto di benevolenza. La mano che benedice dà la vita ma è anche un gesto di potere e di condanna. Il braccio sinistro è proteso verso lo spettatore come gesto di accoglienza e di invito all’abbraccio. La Dea presenta un duplice aspetto, muliebre ma al contempo ferino, in quanto la potenza procreatrice ed erotica del corpo umano convive insieme al puro istinto animale. Ella è quindi madre protettiva ma allo stesso tempo terrificante perché alimenta ma contemporaneamente divora. Tutti i simboli collegati alla Grande Madre o che si riallacciano alle proprietà del "materno" sono di fatto contraddistinti da una forte ambivalenza, una duplice natura, positiva e negativa, quella della "madre amorosa" e della "madre terribile’’; una Madre che dà la vita ma può anche negarla, che perdona ma può altresì punire. Le braccia aperte scoprono il seno sciupato. È un seno che ha allattato e nutrito. Pieno di smagliature, così come su tutto il corpo. È una donna che ha partorito da poco, il sesso è protetto dal simulacro del suo doppio, come a negarne il facile accesso. La gamba destra è fasciata da una doppia tela, diventa “calza”, elemento tipico della seduzione femminile. È tenuta da elastici e pinze come un reggicalze. La calza è una pelle simbolica. È una citazione, fatta con ironia, di quello stereotipo maschile della seduzione femminile, che vuole la donna un po’ santa e un po’ meretrice. Nella capigliatura possiamo scorgere conchiglie che si fondono nei ricami e nei boccoli di metallo, rimando al mito dell’origine della vita dall’acqua primordiale.

Grande Madre – L’ambivalenza del materno

2012 ART MONSTERS &JAZZ 2016 ROCCA PAOLINA PERUGIA cm 60 x 160                                                                                                                                                                              Opera in tela, imbottita con juta e cucita con cordami. Capigliatura con conchiglie e molle di ferro. Base  cm 60 x82   La Grande Madre è una statua tessile assisa, piccolo monumento che racconta una divinità sacra e remota ma...

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Patrizia Trevisi - VIERGE archetipo, arte tessile, astrazione organica, culto della Madre Terra, Demetra, fiber art, Grande Madre, mito, rinascita, scultura tessile, stagioni, tecnica mista, terracotta, texture

Vierge

2012 140x100 cm Opera in tela, imbottita con juta e cucita con corde, conchiglie e oggetti vari....

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Lingam è un monumento votivo, il Totem della Fertilità. Il Grande Fecondatore della Terra e del Cielo. Su due facciate del corpo del Lingam sono raffigurati genitali femminili; sui due lati contrapposti questi si trasformano nel grande Seme, che spaccandosi nella terra compie il suo rito della Fecondazione. La tela, di cui è ricoperta la struttura dell’obelisco, diviene pelle, avvolge e unisce gli organi generatori. Per renderne indissolubile la loro l’unione, la tela-pelle è legata con corde e nodi; cucita e ricucita, diviene simbolo della complessità e indissolubilità della divina Coniunctio. Sul basamento del Lingam, come sulla sua estremità, si saldano, come conchiglie su uno scoglio, mammelle di ogni forma e grandezza. Esse rappresentano la Grande Madre e donano il nutrimento al generato. Sono l’elemento umido, il liquido, il mare. Su queste, come abbandonati dalle onde sulla battigia, troviamo piccoli oggetti, resti di giocattoli e conchiglie, testimonianze di infinite storie di una umanità che sempre si genera nell’incessante ciclo di nascita e morte.

Lingam – Forza generatrice della Natura

2012 Land Art  Furlo 2016 TOTEM  VII edizione Parco Museo Sant'Anna del Furlo 50 x 50 x 200 cm Opera in tela, imbottita con juta e cucita con corde. Ready made. Tecnica mista   Lingam è un monumento votivo, il Totem della Fertilità. Il Grande Fecondatore della Terra e del Cielo. Su...

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Patrizia Trevisi - Fessura Rosa arazzo, archetipo, arte tessile, astrazione organica, bassorilievo, Bassorilievo tessile, carne, culto della Madre Terra, fiber art, Grande Madre, mito, tecnica mista, texture

Fessura rosa

2012 30 x 138 cm Opera in tela, imbottita con juta e cucita con cordami. Dipinta ad acrilico....

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